APTAMI. ALLA CONQUISTA DELLA CASA DEI TUOI SOGNI
“Abitare Minimo. Una ricerca sull’essenzialità dell’abitare”, Maga, Gallarate (VA), Maggio 2012

“APTAMI. Alla conquista della casa dei tuoi sogni” è un gioco da tavola vero e proprio, con regole, punteggi e carte, in cui i giocatori mettono in scena il rapporto mai scontato tra imprevisti, possibilità, esigenze e desideri personali legati all’abitare. Obiettivo del gioco è soddisfare, tra sfortune private, calamità collettive e inaspettate opportunità, i desideri e le necessità abitative di uno dei 20 personaggi pescati a caso dal mazzo, ognuno con caratteristiche
e aspirazioni diverse: la camera in più per la famiglia allargata e ricomposta, l’atelier per il giovane artista, il terrazzo dove invitare gli amici della single di successo, la camera oscura per la coppia di creativi, il laboratorio dove coltivare il proprio hobby, il giardino per fare scorrazzare i propri cani, il box per la macchina nuova, il pezzetto di orto o la porzione di tetto dove poter immaginare di diventare energeticamente autonomi, la cabina armadio, la lavanderia, un piccolo studiolo ecc.

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Abitare è un atto primigenio di appropriazione di un luogo. È il modo in cui si depositano nello spazio le abitudini e le pratiche quotidiane e al contempo l’insieme di azioni con cui si plasmano spazi e situazioni perché possano accogliere bisogni primari. Abitare significa, per quanto possibile, adattare a sé. Parva sed apta mihi, dicevano i latini.
Il modo in cui si abita, tuttavia, è il compromesso costante e imprescindibile tra desideri e possibilità; tra quello che siamo e i luoghi e i passaggi della vita in cui ci troviamo; tra le vicende biografiche e la possibilità di adeguare le condizioni del presente ai bisogni.
Limitando il campo di osservazione a situazioni non-estreme, evitando volutamente il confronto con il bisogno drammatico di molti di un tetto sotto cui stare, appare chiaro che le necessità e i desideri di una famiglia, di un anziano, di una giovane coppia, di un gruppo di coinquilini, di persone che vivono sole, di un artista o di un musicista, di un operaio o di una famiglia allargata e ricomposta divergono e si articolano entro una scala che va dal minimo indispensabile alla dimensione ideale.
Ciascun abitante matura delle “unità minime di desiderio” per migliorare la propria condizione abitativa che possono discostarsi anche di poco dal dato di realtà. A volte si tratta di una stanza in più, di una finestra che permetta di affacciarsi a sud, di un terrazzo dove sistemare i ciclamini o il rosmarino, di un pezzetto di orto, di una porzione di tetto dove poter immaginare di diventare energeticamente autonomi, di un armadio più grande, una lavanderia, uno studiolo. Anche laddove la necessità di casa sia già soddisfatta si manifestano desideri intorno al proprio spazio abitativo che pochi riescono effettivamente ad appagare ma che molti coltivano.
Allora riflettere sull’“abitare minimo” è diventato per noi l’occasione per osservare le unità minime di desiderio di ciascun abitante e rendere manifeste quelle piccole necessità che potrebbero rendere l’abitare migliore, ovverosia adeguato e rispondente alle esigenze di ciascuno. Giocando.
APTAMI è il progetto di A12, ideato per la mostra “Abitare minimo” al Maga, Museo di Arte contemporanea a Gallarate e curata da Paolo Mestriner e Massimiliano Spadoni. Un gioco da tavolo, in cui i giocatori assumono diverse identità e mettono in scena il rapporto mai scontato tra imprevisti, possibilità, esigenze imprescindibili e desideri personali legati all’abitare. Un gioco in cui l’obiettivo è realizzare al meglio quel compromesso tra vita e sogno, tra condizioni reali e aspirazioni. Perché “abitare minimo” – al di là delle soluzioni formali, dei progetti che si possono fare - è soprattutto questo: riuscire a dare forma e spazio ai desideri. Minimi, appunto.